Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche

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Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche
Bandiera
Stemma
Nome Ufficiale Сою́з Сове́тских Социалисти́ческих Респу́блик
Nome Intero Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche
Altri nomi Unione Sovietica, URSS, "Russia"[1]
Fondazione 30 Dicembre 1922
Causa I Congresso Pansovietico avvenuto a seguito della XII Conferenza del Partito Comunista Russo (bolscevico)
Data di fine 25 Dicembre 1991
Atto conclusivo Indipendenza del Kazakistan, ultimo paese rimasto nell'Unione Sovietica.
Forma di governo
  • Repubblica socialista (1922-1953)
  • Repubblica socialista corrotta governata da revisionisti (1953-1991)
Capitale Mosca
Lingua ufficiale nessuna (de iure), russo (de facto)
Lingue parlate armeno, azero, bielorusso, estone, georgiano, kazako, kirghiso, lettone, lituano, moldavo, rumeno, russo, tagico, turkmeno, ucraino, uzbeco, tuvano, ciuvascio, abcaso, osseto, ceceno, tedesco, lappone, finlandese, careliano, baschiro, jacuto, tuvano, ecc...
Valuta rublo sovietico
TLD .su
Produzione gas, grano, acciaio, industria pesante
Preceduto da:
Seguito da:
Piazza Rossa a Mosca in una fotografia del 1984. (fonte: Governo di Mosca)

L'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, abbreviabile in Unione Sovietica o con la sigla URSS, è stata un entità federale e multietnica che ha unito molti popoli dell'Eurasia in un'unico paese la cui superficie era la più estesa del mondo, raggiungendo la sua massima dimensione nel periodo che varia dalla fine della Seconda Guerra Mondiale fino alla sua dissoluzione. L'URSS fu fondata su un modello politico ed economico di stampo socialista basato sui valori marxisti-leninisti che venivano portati avanti dai fondatori e dai primi leader del paese.

Nacque ufficialmente il 30 dicembre 1922 con il Primo Congresso Pansovietico e tale evento sancì la fusione dei seguenti paesi in un unica federazione: La Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa, fondata nel 1917 dal rivoluzionario Vladimir Ilič Lenin con la Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre e le repubbliche socialiste sovietiche della Bielorussia, dell'Ucraina e del Caucaso, nate invece con la loro indipendenza dalla Russia e con la presa del potere da parte dei bolscevichi in tali repubbliche.

Con la nascita dell'Unione Sovietica, Lenin fu nominato il primo leader del paese, tuttavia in quel periodo il rivoluzionario russo non stava godendo di condizioni di salute ottimali e morì nel 1924, lasciando il suo posto a Iosif Stalin che fu il suo diretto allievo e governò il paese fino al 1953 rendendo l'Unione Sovietica una superpotenza mondiale grazie alla sua fedele applicazione dei principi del marxismo-leninismo che hanno permesso l'industrializzazione del paese, la vittoria della Grande Guerra Patriottica ed anche i successi ed i primati nella ricerca nel campo di discipline come la chimica, la fisica nucleare, l'astronomia, la matematica, la tecnologia e l'informatica. Fu infatti sotto Stalin che l'Unione Sovietica fu dotata di armi nucleari e di un programma spaziale.

Nonostante la controversa morte di Stalin abbia cambiato il destino dell'Unione Sovietica con Nikita Chruščëv che attuò politiche revisioniste come la destalinizzazione spaccando in due fazioni il blocco socialista e rendendo l'Unione Sovietica un paese "socialista" con una stagnazione burocratica dilagante, l'Unione Sovietica rimase una superpotenza mondiale che poté continuare a dimostrare il suo valore continuando a conseguire primati per la corsa allo spazio e aumentando il PIL riuscendo a superare quello degli Stati Uniti d'America durante la leadership di Leonid Ilič Brežnev.

Le politiche addottate da Michail Gorbačëv durante seconda metà degli anni '80, tra cui la Perestrojka e la Glasnost', furono invece un secondo tentativo di restaurazione del capitalismo in Eurasia che riuscì nel sui intento, portando alla fine dell'Unione Sovietica tra il 1989 ed il 1991 con il ripristino totale del capitalismo, l'indipendenza degli stati federati (che dai quattro iniziali siamo passati a quindici) e tutta una serie di guerre e di crisi politiche che continuano ancora oggi tra i paesi dell'ex-Unione Sovietica, fomentati dalle mire espansionistiche dall'imperialismo statunitense e dei suoi strumenti come il Patto Atlantico.

Storia

Questa che segue è un riassunto della Storia dell'Unione Sovietica, che viene approfondita meglio dalle seguenti voci: Storia dell'URSS (1922-1956) e Storia dell'URSS (1956-1992).

L'Impero Russo e le attività rivoluzionarie

Lo Zar Nicola II di Russia presso la Piazza Rossa di Mosca nel 1913.

Nel XVIII e nel XIX secolo in Europa e negli Stati Uniti d'America si assistette ad un epoca in cui veniva messa in discussione la monarchia assoluta, simbolo dell'allora società feudale, a causa dell'illuminismo che portò alla Rivoluzione Francese ed alla Rivoluzione Americana. Questo periodo storico fu dettato anche da grandi innovazioni e scoperte nel settore della tecnologia e della scienza, che hanno favorito le prime due grandi rivoluzioni industriali. In un periodo di grandi industralizzazioni nacquero diverse scuole di pensiero che divulgavano valori socialisti enfatizzando sullo sfruttamento degli operai nelle fabbriche, ossia il proletariato. Molte delle idee socialiste che venivano diffuse allora erano idee socialiste utopiche, ma iniziava a farsi strada anche il socialismo scientifico, ossia il pensiero di Karl Marx e di Friederich Engels[2].

Le innovazioni europee tuttavia non toccarono alcuni paesi come la Russia, che era invece rimasta una monarchia assoluta con un modello sia politicamente che economicamente retrogrado. Si pensi ad esempio che la servitù della gleba fu abolita in Russia solo nel 1861. Ciononostante nell'Impero Russo si stava verificando un'importazione degli ideali socialisti, come dimostrato dall'esistenza di gruppi rivoluzionari nella seconda metà dell'XIX secolo, alcuni dei quali che fondarono il Partito Operaio Socialdemocratico Russo (POSDR) nel 1898. Uno degli esponenti principali del POSDR era Vladimir Lenin, che si unì al partito nel 1899 ed assieme a Bogdanov, Stalin, Rykov, Zinovjev e molti altri costituirono la fazione dei Bolscevichi, in contrapposizione con i Menscevichi di Plechanov, Martov, Aksel'rod ed altri esponenti del POSDR vicini alle posizioni dei Menscevichi o comunque critiche verso i Bolscevichi come gli Otzovisti[3].

Le attività rivoluzionarie di allora erano tuttavia gravemente perseguitate dal regime zarista, che intensificò le repressioni a seguito della rivoluzione russa del 1905 (fallita), scoppiata in seguito alla sconfitta russa della guerra contro il Giappone. Lenin verrà costretto all'esilio mentre altri bolscevichi come Stalin vennero invece deportati in Siberia o in altre località lontane dalla residenza[3]. Nel fratempo vennero cacciati tutti i menscevichi dal POSDR ed il partito era composto da bolscevichi. La Russia entrerà in guerra anche nel contesto della Prima Guerra Mondiale che inizia nel 1914, una guerra borghese che veniva criticata dai principali partiti socialisti anche in Europa e fu criticato dallo stesso Lenin sul libro L'imperialismo, fase suprema del capitalismo[4]. Nel 1917 avvenne un secondo tentativo di rivoluzione russa, stavolta riuscita e passata alla storia come Rivoluzione di Febbraio: il malcontento popolare si fece sentire in Russia e la popolazione civile insorse a San Pietroburgo, portando alla caduta dell'impero russo ed alla proclamazione della Repubblica Russa e del Governo Provvisorio Russo[3].

La Rivoluzione d'Ottobre e la Guerra Civile Russa

Lenin parla al popolo, simbolo della Rivoluzione d'Ottobre. (Fonte: Partito Comunista Italiano)

Dopo la Rivoluzione di Febbraio, furono inizialmente introdotte delle riforme democratiche e vennero liberati i perseguitati politici tra cui i bolscevichi di Lenin e Stalin. Lenin pubblicò le Tesi di Aprile contro il nuovo governo provvisorio russo[3]. Il malcontento popolare favorì i bolscevichi, che con la Grande Rivoluzione Socialista d’Ottobre presero il potere e istituirono la Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa (RSFSR). Dopo la Rivoluzione d’Ottobre, i bolscevichi affrontarono rivolte controrivoluzionarie, come quella dei Junker a Pietrogrado, e spostarono la capitale a Mosca per motivi di sicurezza. Firmarono il Trattato di Brest-Litovsk con gli Imperi Centrali nonostante l’opposizione di Trotskij, cedendo territori e riconoscendo stati indipendenti[5].

La Guerra Civile Russa scoppiò tra l’Armata Rossa bolscevica e l’Armata Bianca neozarista, sostenuta dall’Intesa. Diverse regioni proclamarono l’indipendenza, mentre gruppi socialisti ribelli, come l'Armata Verde e la Machnovščyna anarchica in Ucraina, combatterono sia contro i bolscevichi che contro i controrivoluzionari. Secondo alcuni storici l'inizio della Guerra Civile Russa avvenne con la firma del già citato Trattato di Brest-Litovsk, mentre secondo altre ricostruzioni storiche la Guerra Civile Russa sarebbe scoppiata già a seguito della Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre.

Dopo la Prima Guerra Mondiale, la sconfitta degli Imperi Centrali e le rivoluzioni comuniste in Europa permisero ai bolscevichi di riconquistare i territori persi con la Pace di Brest-Litovsk. Furono create nuove Repubbliche Sovietiche in Ucraina, Bielorussia e Transcaucasia, mentre in Polonia e Finlandia sorsero movimenti filo-bolscevichi. La Guerra Sovietico-Polacca si concluse con la Pace di Riga (1921), che sancì l’annessione polacca di territori ucraini e bielorussi ad est della Linea Curzon. La Guerra Civile Russa terminò formalmente con questa pace, ma gli ultimi scontri si protrassero fino alla resa dell’Armata Bianca nel 1923 con la sconfitta della Rivolta in Jacuzia[6].

Tra il 1917 e il 1921, nei territori controllati dall'Armata Rossa, venne adottato il "comunismo di guerra", un sistema politico ed economico che prevedeva la nazionalizzazione di banche e industrie, una gestione centralizzata dell'economia e la sostituzione del denaro con il baratto. Inoltre, i terreni furono redistribuiti ai piccoli contadini. Tuttavia, queste misure generarono un forte malcontento tra i contadini, che trovavano maggiori garanzie nelle armate verdi e nella comune anarchica di Machno. Per rispondere a questa crisi, Lenin introdusse la Nuova Politica Economica (NEP), che reintrodusse il denaro e permise una limitata privatizzazione, mentre Stalin avviò un processo di industrializzazione. Queste riforme furono cruciali per consolidare l’alleanza tra operai e contadini in un paese ancora fortemente agricolo e per trasformare l’Unione Sovietica, all’epoca arretrata, in una potenza industriale[3][7].

La nascita dell'Unione Sovietica

Bandiera sovietica nel 1922-1923.

Il 30 dicembre 1922 si tenne il Primo Congresso Pansovietico, noto anche come I Congresso dei Soviet dell'Unione Sovietica, che vide la partecipazione di 2215 delegati provenienti dalle Repubbliche Socialiste Sovietiche di Russia, Ucraina, Transcaucasia e Bielorussia. I delegati erano principalmente operai, seguiti da contadini, intellettuali e impiegati. Non tutti i delegati erano bolscevichi, in quanto vi aderirono pure indipendenti e delegati organizzazioni politiche progressiste minori[8].

Con questo congresso, i rappresentanti di Russia, Ucraina, Transcaucasia e Bielorussia ufficializzarono la nascita dell'Unione Sovietica (URSS) tramite la Dichiarazione e il Trattato di Unione, realizzando il progetto di Lenin di uno Stato federale con repubbliche di pari diritti. Durante l'evento furono eletti il Comitato Esecutivo Centrale e i presidenti delle repubbliche federate, con Mosca scelta come capitale. Lenin fu nominato presidente, ma a causa della sua malattia il ruolo fu solo formale, mentre Michail Kalinin assunse la presidenza del Congresso Pansovietico e Avel Enukidze divenne segretario del Comitato Esecutivo Centrale.

Oltre alle quattro repubbliche fondatrici, i bolscevichi governavano anche in Mongolia e Tannu Tuva, che però non aderirono all'URSS per evitare conflitti con la Cina, che rivendicava la Mongolia[9]. In seguito, nel 1944, Tannu Tuva fu annessa all'Unione Sovietica.

NEP e crisi di partito (Anni '20)

Lenin, Stalin e Kalinin (quest'ultimo spesso confuso con Trotskij) in una fotografia risalente agli anni '20.

La Nuova Politica Economica (NEP) fu introdotta in Russia nel 1921 come misura temporanea per favorire l'industrializzazione e ristabilire l'alleanza tra operai e contadini, compromessa dalle politiche del Comunismo di Guerra. Lenin e Stalin ritenevano necessario reintrodurre elementi capitalistici per sostenere lo sviluppo economico. Lenin, riconoscendo i limiti delle politiche precedenti, giustificò la NEP con un'autocritica, illustrandone la necessità durante la conferenza dei metallurgici di Mosca e il X Congresso del PCR(b).

La NEP veniva tuttavia criticata da Trotskij e dalla "sinistra" del partito che riteneva che NEP fosse un "ripristino del capitalismo". In realtà Lenin e Stalin percepivano la NEP come una tappa transitoria ma essenziale in quel periodo per migliorare i rapporti con i contadini, rilanciare l'economia, stabilizzare il Paese e permettere all'economia sovietica il primo passo verso l'industrializzazione promossa da Stalin.

Durante l'XI Congresso del PCR(b) nel 1922, Lenin elogiò i successi della NEP, mentre Stalin, inizialmente favorevole, iniziò nel 1923 a notarne gli effetti negativi, come la Crisi delle Forbici, e le tensioni interne al partito, aggravate dai seguaci di Trotskij. La morte di Lenin nel gennaio 1924 intensificò la lotta tra Stalin e Trotskij per la leadership del partito. Contrariamente alla propaganda trotskista, Lenin criticò Trotskij su più fronti, incluse le divergenze sulla NEP e la gestione della pace con gli Imperi Centrali[10][11][12]. Dopo la morte di Lenin, Stalin formò una coalizione con Zinovjev e Kamenev (Coalizione della Troika), sconfiggendo Trotskij nella lotta per il potere.

Nel 1926, la coalizione della troika si dissolse, con Zinovjev e Kamenev che si allearono con Trotskij per formare l'opposizione di sinistra, mentre Stalin si unì alla destra del partito, guidata da Bucharin e Rykov, favorevole alla NEP. L'opposizione di sinistra tentò di sabotare l'economia sovietica, costringendo Stalin a espellere Zinovjev, Kamenev e Trotskij, quest'ultimo continuando la sua attività contro l'URSS dall'estero. Nel 1928, Stalin decise di interrompere la NEP e avviare l'economia pianificata con il primo piano quinquennale, che portò a una rapida industrializzazione, con innovazioni in vari settori, come la metallurgia e l'ingegneria, e a una meccanizzazione dell'agricoltura. Nonostante il successo economico e l'immunità dalla crisi del 1929, il piano quinquennale fu criticato da Bucharin, causando una frattura con la linea centrale del partito, rappresentata da Stalin e dai suoi alleati più stretti, come Kaganovič, Kirov, Ždanov, Suslov, Molotov, ecc...

I primi successi sovietici

L'Industrializzazione

"Allargare il fronte del movimento stacanovista." Poster sovietico d'epoca staliniana.

Negli anni '30, l'Unione Sovietica visse una rapida crescita economica e industrializzazione grazie ai successi dei piani quinquennali e alle politiche economiche precedenti. Feliks Dzeržinskij, ex-direttore della Čeka (poi GPU), nominato nel 1924 a capo del Consiglio Superiore dell'Economia Popolare, promosse la modernizzazione dell'economia, puntando all'autosufficienza dell'URSS. La collettivizzazione agricola, che mirava a sostituire la proprietà individuale con forme collettive, incontrò la resistenza dei kulaki, ma fu fondamentale per sostenere l'industrializzazione. La violenta opposizione dei kulaki contribuì, assieme alla alla carestia sovietica del 1930-1933, che colpì principalmente il territorio dell'Ucraina sovietica (Holodomor) e la propaganda anticomunista attribuisce a Stalin la causa principale[13][14]. La propaganda anticomunista, assieme alle teorie cospirazioniste russofobe moderne promosse dal governo ucraino e dall'Unione Europea a partire dall'Operazione Militare Speciale, riscrive la storia dell'Holodomor trattandola come un genocidio ai danni del popolo ucraino.

Nel frattempo, l'industrializzazione avanzava, con l'introduzione nel 1928 del primo piano quinquennale, che puntava agli investimenti in settori strategici come la metallurgia e l'industria pesante, contribuendo alla crescita economica e a una preparazione difensiva in vista di conflitti. Dzeržinskij promosse la produzione di metalli, superando difficoltà e ottenendo una crescita industriale significativa nel periodo 1924-25[15]. Entro il 1939, l'alfabetizzazione raggiunse l'87,4%, e la produzione industriale sovietica superò quella di Paesi come Inghilterra e Germania[16]. Tuttavia, la gestione burocratica limitò la flessibilità economica, e la priorità all'industria pesante trascurò il miglioramento delle condizioni di vita, creando tensioni sociali. Nonostante ciò, il modello sovietico attirò l'interesse di Paesi in via di sviluppo e contribuì alla vittoria nella Seconda Guerra Mondiale.

La Costituzione Sovietica del 1936

Approvata il 5 dicembre 1936 dall’VIII Congresso dei Soviet, la nuova Costituzione dell’URSS segnò una pietra miliare nella storia del socialismo. Diversamente dalle precedenti, sanciva le conquiste già realizzate, consolidando l’Unione Sovietica come uno Stato socialista maturo.  

Il documento fu reso necessario dai profondi cambiamenti economici e sociali seguiti all’abbandono della NEP e al successo dei piani quinquennali, che trasformarono l’economia e permisero l’abolizione dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo. La Costituzione sanciva la proprietà socialista come fondamento dello Stato e celebrava l’alleanza tra operai, contadini e intellettuali. La sua stesura coinvolse direttamente il popolo, attraverso una partecipata consultazione pubblica che durò sei mesi e conferì al testo una legittimità unica. Stalin sottolineò come la società sovietica avesse superato le vecchie divisioni di classe, garantendo a tutti uguaglianza, diritti fondamentali e parità tra uomini e donne. Nonostante le critiche occidentali, la Costituzione rappresentò la consacrazione dei successi sovietici e divenne un modello per altri Stati socialisti[17][18].

Sabotaggi e Processi di Mosca (anni '30)

Stalin e Ždanov durante i funerali di Kirov.

Per approfondire meglio: Processi di Mosca

Negli anni '30, l'Unione Sovietica affrontò un'opposizione interna, composta dal Blocco delle Opposizioni, una rete composta da gruppi come trotskisti, zinovievisti e buchariniani, che collaborarono per effettuare azioni di cospirazione, sabotaggio e spionaggio ai danni del'Unione Sovietica. Tra i crimini commessi da questi gruppi ci furono omicidi di funzionari sovietici, come quello di Sergej Kirov nel 1934, e attività di spionaggio per conto delle potenze capitalistiche di allora come il Terzo Reich, il Regno Unito, il Giappone e gli Stati Uniti. Nonostante le speculazioni storiche, le indagini sovietiche portarono a quattro processi importanti, noti come i Processi di Mosca (1936-1938), definiti dalla propaganda antistalinista o anticomunista anche con il nome di Grandi Purghe Staliniane. Durante i processi furono incriminati gli oppositori della linea antirevisionista che governava il paese[19][20][21].

Questi processi vennero criticati dalla propaganda anticomunista, che li definì costruiti su confessioni forzate, ma testimonianze di storici e politici (inclusi anticomunisti o "antistalinisti" come Alcide De Gasperi[22] e Pierre Broué[23][24]), confermarono la plausibilità delle accuse. I processi avevano lo scopo di smantellare la rete d'opposizione, che includevano infiltrati nei servizi segreti sovietici, come l'NKVD, e culminarono nell'esecuzione o espulsione di numerosi membri della vecchia guardia bolscevica. Trotskij, sfuggito ai processi, continuò a sabotare l'URSS dall'estero fino alla sua morte nel 1940, raggiunto ed assassinato da Ramon Mercader.

Politica estera sovietica degli anni '30

Firma del Patto Molotov-Ribbentropp

Nonostante le difficoltà interne, l'Unione Sovietica riuscì a evitare gli effetti della Grande Depressione grazie alle politiche adottate, citate nei paragrafi precedenti. Nel frattempo, la Germania, dopo la Prima Guerra Mondiale, subì le conseguenze del Trattato di Versailles, che alimentò ideologie nazionaliste e portò all'ascesa di Hitler e Mussolini. L'Asse, che includeva Germania, Italia, Giappone, Romania e Ungheria, si oppose al comunismo, creando tensioni con l'URSS. Nonostante l'isolamento diplomatico, l'URSS cercò alleanze con paesi come Iran, Afghanistan e Turchia, opponendosi alle politiche colonialiste delle potenze capitaliste. Questo periodo segnò l'inizio di profondi cambiamenti geopolitici che portarono alla Seconda Guerra Mondiale[25].

L'Asse non fu l'unico patto militare ostile all'Unione Sovietica. La sola esistenza di un paese socialista era vista come una minaccia alla borghesia di tutti i paesi del mondo e di conseguenza i rapporti diplomatici erano tesi anche con i paesi che si allearono con l'Unione Sovietica durante la Seconda Guerra Mondiale: Regno Unito, Stati Uniti, Francia, ecc... Non è un caso che l'Asse ha tentato più volte di avvicinarsi diplomaticamente con i paesi occidentali per contrastare l'URSS[26]. Inoltre anche la Polonia aveva tentato un'alleanza con la Germania in chiave antisovietica[27][28].

L'Unione Sovietica era coinvolta anche in conflitti armati: Assieme alla Repubblica Popolare di Mongolia, era impegnata nelle Guerre di Confine contro il Giappone[29], mentre nel 1936 in Spagna scoppiò la Guerra Civile tra i repubblicani e i nazionalisti guidati da Franco. In Spagna i sovietici supportarono attivamente i repubblicani spagnoli inviando consiglieri militari, istruttori, specialisti tecnici, piloti e membri dell'NKVD ed organizzò le Brigate Internazionali che videro una notevole partecipazione di antifascisti italiani[30][31].

Nel 1938, mentre l'Unione Sovietica cercava di costruire un sistema di sicurezza collettiva, la Germania nazista iniziava una politica espansionistica, avviata con l'annessione dei Sudeti alla Germania tramite l'accordo di Monaco. Questo isolò ulteriormente l'URSS e incoraggiò Hitler a invadere la Cecoslovacchia nel 1939 (in realtà la germania aveva annesso la Cechia, garantendo alla Slovacchia l'indipendenza come stato cuscinetto). Di fronte all'inaffidabilità delle potenze occidentali, il 23 agosto 1939 l'URSS firmò il Patto Molotov-Ribbentrop con la Germania, un accordo di non aggressione che diede a Mosca il tempo di rafforzarsi in vista di un conflitto imminente. Spesso frainteso come un'alleanza tra Stalin e Hitler, il patto fu in realtà una mossa pragmatica per garantire la sicurezza dell'URSS dalla crescente minaccia della guerra.

La Seconda Guerra Mondiale (1939-1945)

La Seconda Guerra Mondiale scoppia il primo settembre 1939, Germania e Slovacchia invadono la Polonia e ricevono dichiarazioni di guerra dal Regno Unito e dalla Francia. La dirigenza sovietica di allora era conscia del fatto che il conflitto potesse degenerare a tal punto che pure l'Unione Sovietica potesse venir coinvolta nel conflitto, come è poi accaduto due anni più tardi con l'inizio dell'Operazione Barbarossa. L'Unione Sovietica è intervenuta occupando i territori orientali della Polonia solo il 17 settembre 1939, quando lo stato polacco aveva ufficialmente cessato ufficialmente di esistere[32] a causa della fuga del governo polacco in Romania e di conseguenza il territorio polacco orientale era diventato terra nullius.

Nel 1939, l'Unione Sovietica, temendo un attacco tedesco, avanzò richieste territoriali alla Finlandia, offrendo compensazioni in Carelia. Tuttavia, il governo finlandese, sostenuto dalle potenze occidentali e dalla Germania Nazista, rifiutò l’accordo. Il 30 novembre scoppiò la guerra, vinta dall’Armata Rossa con la firma del trattato di pace del marzo 1940, che ridefinì i confini a favore dell’URSS e le concesse una base navale a Hangö[33][34].

La Grande Guerra Patriottica

Per approfondire meglio: Grande Guerra Patriottica

Bandiera Sovietica esposta al Reichstag di Berlino, 1945.

Il 22 giugno 1941, la Germania nazista lanciò l'Operazione Barbarossa, un'invasione su larga scala dell'Unione Sovietica, violando il patto di non aggressione con i sovietici. L'obiettivo era conquistare territori orientali per il "Lebensraum" e distruggere il comunismo. L'attacco, che coinvolgeva oltre tre milioni di soldati, mirava a distruggere l'Armata Rossa e occupare città chiave come Mosca, Kiev e Leningrado. Nonostante i primi successi, l'inverno e la resistenza sovietica fermarono i nazisti, che furono respinti da Mosca.

Nel 1942, l'Asse lanciò l'Operazione Blu verso sud, cercando di conquistare il Donbass e il Caucaso. La battaglia di Stalingrado (1942-1943) si concluse con una vittoria sovietica, segnando una grande sconfitta per i tedeschi. L'estate del 1943 vide la sconfitta a Kursk e l'inizio delle controffensive sovietiche in Ucraina e nei territori occupati. Nel 1944, l'Armata Rossa riconquistò vasti territori in Bielorussia, Polonia e Ucraina occidentale, mentre le forze anglo-americane sbarcavano in Normandia.

Nel 1944, la Romania cambiò schieramento e firmò la pace con l'URSS, causando la perdita da parte della Germania del fronte balcanico. Con l'avanzata alleata in Europa occidentale, i sovietici supportarono le resistenze antifasciste e liberarono diversi paesi. Nel 1945, la Battaglia di Berlino portò alla capitolazione della Germania il 9 maggio[35]. Dopo la fine del conflitto in Europa, l'URSS si concentrò sull'Asia, sostenendo le forze marxiste e antimperialiste cinesi e coreane contro l'imperialismo giapponese.

Il coinvolgimento sovietico nella Seconda Guerra Mondiale è ricordato come la Grande Guerra Patriottica, nei paesi dell'ex Unione Sovietica, un termine che sottolinea l'enorme sforzo dei sovietici nel difendere la loro patria e il socialismo contro l'aggressione nazifascista. Nonostante abbiano liberato l'Europa orientale, l'URSS subì il numero più alto di morti, sia tra i militari che tra i civili. La data del 9 maggio, giorno della resa incondizionata della Germania, fu celebrata come festa nazionale (Festa della Vittoria), rimanendo tale anche dopo la dissoluzione dell'URSS nei paesi postsovietici[36][37].

Diplomazia con gli Alleati

Durante la Seconda Guerra Mondiale, Stalin ebbe un ruolo cruciale anche nelle relazioni internazionali, rafforzando l'alleanza tra l'URSS, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, nonostante le tensioni tra le potenze. Le conferenze di Teheran (1943) e Jalta (1945) furono decisive nel definire la strategia contro la Germania e nel ridisegnare gli equilibri geopolitici post-bellici. Stalin ottenne un ruolo centrale per l'URSS nelle decisioni future e nella definizione delle sfere d'influenza in Europa.

Un tema controverso fu la questione del "secondo fronte" in Europa. Stalin chiese insistentemente agli Alleati di aprire un nuovo fronte per alleviare la pressione sull'URSS, che combatteva quasi da sola contro le forze dell'Asse. Tuttavia, Stati Uniti e Regno Unito iniziarono a intervenire solo dopo l'inizio dell'Operazione Bagration, rispondendo con lo Sbarco in Normandia il 6 giugno 1944. Questo contribuì a una svolta sul fronte occidentale e accelerò la liberazione dell'Europa orientale da parte dell'Armata Rossa[38].

La bomba atomica (anni '40)

La ricerca per la bomba nucleare in Unione Sovietica era già in atto durante la seconda guerra mondiale: mentre la creazione dell’atomica statunitense è ampiamente documentata e glorificata dalla propaganda occidentale, quella sovietica è spesso trascurata, nonostante abbia rappresentato un elemento cruciale per l’equilibrio della Guerra Fredda. L'uomo chiave dello sviluppo nucleare sovietico è Igor Vasilevič Kurčatov. Kurčatov, dopo aver scoperto le reazioni a catena dell’uranio, fu scelto da Stalin per guidare il progetto nucleare sovietico, accelerato dopo i bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki. Il primo test sovietico avvenne nel 1949, scatenando la corsa agli armamenti che portò allo sviluppo della bomba all’idrogeno[39]. Kurčatov, consapevole della pericolosità dell’energia nucleare, si dedicò in seguito alla sua applicazione pacifica.

Il dopoguerra: Scoppia la guerra fredda (1945-1953)

Poster propagandistico che celebra l'amicizia sino-sovietica (Fonte: Chinese Posters)

L'Unione Sovietica, malgrado le enormi perdite della Seconda Guerra Mondiale, uscì dal secondo conflitto mondiale come una delle principali superpotenze del pianeta, assieme agli Stati Uniti d'America. L'Unione Sovietica poté ridisegnare i propri confini nazionali annettendo nuovi territori da Polonia, Germania, Romania, Cecoslovacchia e Giappone e raggiungendo la sua massima espansione. Oltre alle annessioni territoriali, l'Unione Sovietica aveva anche nuovi alleati come Polonia, Cecoslovacchia, Romania, Bulgaria, Albania ed i territori settentrionali della Cina e della Grecia, allora controllati da partiti ed eserciti comunisti dei rispettivi paesi. L'URSS controllava anche una Zona d'occupazione in Germania (che nel 1949 ottenne l'indipendenza diventando la Repubblica Democratica Tedesca, anche nota come Germania Est o DDR) ed una in Corea del Nord, denominata Amministrazione Civile Sovietica, che ottenne l'indipendenza come Repubblica Popolare Democratica di Corea nel 1948.

Stalin avviò il quarto piano quinquennale nel 1946, il cui obiettivo era quello di ricostruire il paese dalla distruzione causata dalla guerra, ripristinando e addirittura superando i livelli di produttività antecedenti alla guerra[40]. Le elezioni del Soviet Supremo del 1946 inoltre confermarono il sostegno popolare alla dirigenza sovietica. Stalin tenne un discorso dove evidenziò la superiorità del socialismo sul capitalismo, smentendo le previsioni occidentali sul crollo sovietico. La vittoria nella guerra, rafforzò l'URSS e dimostrò la stabilità del sistema socialista basato sulla cooperazione tra nazionalità[41].

Nel frattempo i rapporti tra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica si deteriorarono, segnando l'inizio della Guerra Fredda, un periodo di tensione geopolitica che durò fino alla dissoluzione dell'URSS nel 1992. Durante questo periodo, il mondo fu diviso in due sfere di influenza: il Blocco Occidentale (capitalista) guidato dagli Stati Uniti e il Blocco Orientale (socialista) guidato dall'URSS. Sebbene il Blocco Occidentale fosse definito "democratico" dalla propaganda liberale dei paesi occidentali, molti dei suoi alleati erano in realtà dittature militari, come la Grecia dei colonnelli, il Cile di Pinochet e la Corea del Sud, inoltre negli anni '50 il maccartismo bandì l'ideologia marxista-leninista, limitando la libertà di espressione e di parola.

I due blocchi si scontrarono indirettamente in vari conflitti, come la guerra civile in Grecia, vinta dagli angloamericani (1946), la ripresa della guerra civile cinese (con la vittoria dei comunisti nel 1949) e la Guerra di Corea (1950-1953), che si concluse con un armistizio che ridisegnava il confine tra le due Coree. Sebbene questi conflitti coinvolgessero paesi alleati delle due superpotenze, non ci fu mai una guerra diretta tra Stati Uniti e Unione Sovietica.

Preludio al periodo revisionista

Mentre l'Unione Sovietica fu coinvolta nella guerra fredda allo scontro geopolitico con gli Stati Uniti d'America, all'interno del blocco socialista emergevano infatti nuove forme di revisionismo, ossia tentativi di sabotare il socialismo e di ripristinare il capitalismo nei paesi socialisti. Stalin criticò la scarsa attenzione all'educazione ideologica in alcune organizzazioni di partito, ritenendola un rischio per l'infiltrazione di idee borghesi che avrebbero corrotto il socialismo, come è poi effettivamente avvenuto dopo la morte di Stalin. Stalin sottolineò l'importanza del marxismo-leninismo come difesa contro tali influenze e la necessità di una rigorosa vigilanza ideologica per preservare il sistema socialista.

Nel 1947 fu fondato il Cominform, un organizzazione che riunì i principali partiti comunisti europei esistita fino al 1956. Sebbene fosse nato nel contesto della Guerra Fredda in risposta alle politiche aggressive occidentali dettate dalla Dottrina Truman, il Cominform si rivelò anche uno strumento per contrastare le forme di revisionismo che spuntavano nel blocco socialista come la Jugoslavia di Tito, che fu espulsa dal Cominform a causa dell'intenzione della dirigenza politica jugoslava di restaurare il capitalismo mascherandolo con la scusa dell'autogestione operaia. Negli anni '50 infatti la Jugoslavia ripristinò la libera iniziativa economica.

La fase revisionista in Unione Sovietica ebbe inizio con la controversa morte di Stalin avvenuta il 3 marzo 1953 a seguito di un omissione di soccorso per l'ictus che colpì il rivoluzionario sovietico la notte tra il 28 febbraio ed il primo marzo. Nel 1953 vi fu una lotta per la successione al potere tra Berija, Chruščëv e Malenkov. Il 7 marzo 1953 Malenkov comparve in cima alla lista dei membri del Partito ma una settimana dopo annunciò al Segretariato le sue dimissioni e fu sostituito da Chruščëv come guida del partito. Iniziò un periodo di "duumvirato" con Malenkov e Chruščëv. In questo periodo tutti i giovani quadri su cui la vecchia dirigenza staliniana faceva affidamento per il mantenimento della Rivoluzione furono allontanati dalla nuova dirigenza fornendo loro dei ruoli marginali e lontani dal Cremlino oppure vennero banditi dal partito.

Dal 14 al 26 febbraio 1956 si è tenuto il XX Congresso del Partito Comunista dell'Unione Sovietica, che passò alla storia con la condanna di Chruščëv a Stalin e con l'istituzionalizzazione di menzogne atte alla denigrazione ed alla demonizzazione di Stalin e dell'Unione Sovietica fino al 1956. fu inoltre sciolto due mesi più tardi il cominform. Con Chruščëv iniziò ufficialmente la fase revisionista dell'Unione Sovietica, che portò al ripristino parziale del capitalismo, alla sfaldatura del blocco orientale con la Cina di Mao e l'Albania di Hoxha che condannarono la piega revisionista sovietica e con la dissoluzione finale dell'Unione Sovietica avvenuta nel 1992. Durante il XX Congresso del PCUS, Chruščëv nascose pure alcune prove che confutavano le accuse di Stalin rivolte da Chruščëv come il piano di riforme progettato da Stalin e Ždanov nel 1947 volto a promuovere una maggiore democratizzazione e a ridurre la burocrazia nel paese. Tuttavia, il progetto rimase incompiuto e non venne mai attuato a causa del complotto dei medici (al servizio di Israele) che ha portato alla prematura morte di Andrej Ždanov il 31 agosto 1948[42].

Governo Chruščëv

Josip Broz Tito con Nikita Chruščëv nel 1963.

L'ascesa al potere di Nikita Chruščëv avvenne dopo le dimissioni di Malenkov dalla carica di Segretario di partito, poiché la dirigenza scelse di sostituire Malenkov con l'ucraino, tuttavia Chruščëv adottò tale carica solo nel settembre 1953. Nel mese di giugno 1953 la nuova dirigenza chruščëviana fece arrestare Berija con l'accusa di spionaggio in favore dei britannici e successivamente lo condannarono a morte. Malenkov tuttavia mantenne la carica di presidente fino al febbraio 1955, anno in cui fu destituito con l'accusa di abuso di potere e per i suoi rapporti passati con Berija. Con l'allontanamento di Malenkov, Chruščëv ottenne ufficialmente il potere assoluto e nel 1956 lo consolidò ulteriormente con il XX Congresso del PCUS, il suo esito e le sue conseguenze.

Chruščëv fu uno dei maggiori responsabili della deriva revisionista dell'Unione Sovietica ed il paese adottò le politiche di disgelo e destalinizzazione già annunciate con il XX Congresso del PCUS. La delegittimazione di Stalin ha permesso a Chruščëv di ottenere maggiori poteri, mentre la politica del disgelo è frutto di un'errata interpretazione della "coesistenza pacifica" di Lenin. Con il disgelo, Chruščëv tentò di migliorare i rappporti diplomatici con la Jugoslavia di Tito e con gli Stati Uniti d'America governati dal repubblicano Dwight D. Eisenhower, mentre i rapporti diplomatici con la Cina e con l'Albania si deteriorarono a causa della destalinizzazione, che portò alla riabilitazione parziale di controrivoluzionari anticomunisti come nel caso dello scrittore neozarista Aleksandr Solženicyn, autore di romanzi propagandistici come Arcipelago Gulag e Una giornata di Ivan Denisovič, la cui pubblicazione in Unione Sovietica fu approvata da Chruščëv stesso nel 1962.

Nonostante il disgelo, la politica estera con gli Stati Uniti rimase molto tesa ed avvennero comunque dei periodi di alta tensione come la Controrivoluzione ungherese del 1956 che vide la condanna sovietica verso i controrivoluzionari guidati da Imre Nagy e l'autorizzazione all'invio di carri armati in difesa della rivoluzione socialista ungherese, e successivamente la Crisi dei missili di Cuba del 1962 che portò il mondo sull'orlo di una Terza Guerra Mondiale.

Chruščëv decentralizzò la pianificazione economica e la sostituì con autorità di pianificazione locali. In questo periodo avvennero anche delle riforme agricole come la promozione delle maize (mais) e la creazione delle fattorie collettive su larga scala (sovhoz). I risultati però furono spesso deludenti. Ridusse la qualità dei quadri consentendo il reclutamento di massa nel partito, impose la sostituzione di un terzo dei funzionari a ogni elezione e divise il partito in sezioni industriali e agricole.

Nel frattempo l'Unione Sovietica entrò in competizione con gli Stati Uniti nella Corsa allo spazio: Nel 1957 l'Unione Sovietica lanciò in orbita il primo satellite artificiale: Lo Sputnik 1. Nel 1961 l'Unione Sovietica mandò anche il primo uomo nello spazio: Jurij Gagarin, a bordo del Vostok 1. I sovietici durante il governo Chruščëv migliorarono anche l'arsenale nucleare: nel 1961 avvenne l'esperimento della Bomba Zar sull'arcipelago di Novaja Zemlja.

Nonostante le innovazioni tecnologiche, in Unione Sovietica ci fu un malcontento popolare ed interno al partito che portarono alla destituzione di Chruščëv nel 1964, il quale non fu arrestato bensì fu pensionato e posto sotto sorveglianza. Il posto di Chruščëv fu preso da Leonid Il'ič Brežnev che mantenne il potere dell'Unione Sovietica dal 1964 fino alla sua morte avvenuta nel 1982.

Periodo Brežneviano

Il periodo in cui Leonid Brežnev fu al potere in Unione Sovietica durò per ben diciotto anni, dal 1964 fino al 1982. E' stato, dopo quello di Stalin, il segretariato del PCUS più lungo dell'Unione. Un numero maggiore di membri del partito esprimeva insoddisfazione nei confronti di Chruščëv e delle sue riforme, spingendo Brežnev ed i suoi seguaci come Aleksej Kosygin e Nikolaj Podgornyj a destituire Chruščëv.

Brežnev tentò di reintrodurre la centralizzazione dell'economia decentralizzata dal suo predecessore, tuttavia Kosygin aveva altre idee: Nel 1965 fu introdotta la Riforma Kosygin, che puntava all'introduzione di metodi capitalistici di gestione e ad una centralizzazione dell'economia sui beni di consumo a discapito dell'industria pesante, ma al tempo stesso prevedeva l'abolizione dei consigli economici regionali di Chruščёv (Sovnarchozy) a favore di resuscitare i ministeri industriali centrali dell'era di Stalin. La riforma, nonostante portò ad un aumento di 2,5 volte degli stipendi assieme ad un aumento dei beni di consumo e degli elettrodomestici, non fu tuttavia vista di buon occhio dalla dirigenza del partito e di conseguenza fu accantonata.

Brežnev sostituì la politica di sostituzione di Chruščëv con una politica di stabilità dei quadri che resistesse ai cambi di leadership. Invertì anche la divisione del partito e il reclutamento di massa di Chruščëv. Sebbene il periodo di Brežnev sia spesso considerato un periodo di stagnazione, l'economia sovietica continuò a crescere a una velocità più che doppia rispetto a quella dei paesi occidentali. Purtroppo, Brežnev fu anche responsabile di nepotismo e corruzione. Inoltre avvenne una crescita del mercato nero che portò alla creazione di una classe piccolo-borghese[43].

Il 7 ottobre 1977 fu inoltre approvata una nuova Costituzione, firmata da Brežnev e conosciuta come Costituzione di Brežnev[44]. essa sostituì la precedente Costituzione del 1936 firmata ed approvata da Stalin. Sulla Costituzione di Brežnev, sulla definizione dell'URSS viene sostituita la dicitura "dittatura del proletariato" con "Stato di tutto il popolo". Questo perché Brežnev riteneva superata la fase della dittatura del proletariato, ma in realtà il revisionismo e la corruzione dilagante nel paese avevano interrotto tale fase prima del suo compimento e questo cambiamento sulla nuova Costituzione era solamente una formalità, esattamente come le altre "novità" istituite dalla Costituzione sovietica del 1977 che non fece altro che formalizzare i cambiamenti apportati nel paese dal revisionismo sia Chruščëviano che Brežneviano.

L'URSS sotto Andropov e Černenko

Brežnev morì il 10 novembre 1982 a causa dell'aggravarsi di un ictus che lo ha colpito nel maggio dello stesso anno. Due giorni dopo la scomparsa di Brežnev, Jurij Vladimirovič Andropov viene eletto Segretario del PCUS mantenendo tuttavia la sua carica fino alla sua morte avvenuta solamente quindici mesi dopo, più precisamente il 9 febbraio 1984. A sostituire Andropov dal segretariato del partito verrà eletto Konstantin Černenko il 13 febbraio 1984, ma la durata dellla carica di Černenko fu addirittura più breve rispetto a quella di Andropov terminando il 10 marzo 1985, anche in questo caso con la morte del segretario. Se si esclude quella di Malenkov, le dirigenze di Andropov e di Černenko sono state le più brevi di tutta la storia dell'Unione.

Andropov è ritenuto una figura misteriosa, enigmatica e controversa, con molti tratti da “cospiratore” e da “intellettuale comunista”. Alcuni ipotizzano che Andropov abbia anticipato il crollo dell'URSS aiutando involontariamente o consapevolmente l’Occidente, mentre per altri fu un vero riformatore mancato, al pari di un Deng Xiaoping sovietico[45]. Fu l’unico leader sovietico a vedere chiaramente il problema della corruzione e del parassitismo e ad agire duramente con una serie di epurazioni: in 15 mesi furono sostituiti 18 ministri e 37 primi segretari regionali.

Andropov introdusse misure di razionalizzazione economica come la legge sui collettivi di lavoro (1983), autonomia gestionale per le imprese industriali, rafforzamento della disciplina socialista del lavoro e lotta alla speculazione e inefficienza produttiva. Egli pubblicò un importante articolo su Kommunist nel 1983 dal titolo “Gli insegnamenti di Karl Marx e alcune questioni della costruzione socialista”, in cui riaffermava l’importanza della dittatura del proletariato, ribadiva la centralità del marxismo-leninismo (citando Marx, Lenin e Stalin) e criticava l'uso di metodi capitalistici per risolvere i problemi del socialismo[45]. Andropov tuttavia non ebbe tempo di attuare pienamente il suo programma e morì dopo solo 15 mesi. Il suo lascito è visto come un “testamento politico”: volontà di rigenerare il socialismo “dall’interno”, puntando su giovani quadri, sulla tecnologia, sull’efficienza, ma senza rinnegare i fondamenti ideologici.

Černenko divenne Segretario del Partito il 13 febbraio 1984 ed il suo mandato fu il più breve della sua storia. Černenko, già con problemi di salute al momento della sua elezione, tentò di ripristinare il marxismo-leninismo in Unione Sovietica riabilitando la figura di Stalin, riconoscendo i meriti di Vjačeslav Molotov, riformando la scuola, rilanciando una lotta alla corruzione ed insistendo sulla necessità del lavoro politico-ideologico di massa dentro il partito[46].

In politica estera Černenko intensificò le ostilità contro il blocco occidentale e fu l'artefice dei boicottaggi socialisti ai Giochi Olimpici Estivi del 1984 a Los Angeles, boicottaggio seguito da altri paesi socialisti (DDR, Bulgaria, Ungheria, Cuba, Corea Popolare, ecc...). Černenko cercò inoltre di ripristinare i rapporti diplomatici e commerciali con la Cina popolare e seguì la linea di dialogo con gli USA per la riduzione degli armamenti, iniziata da Andropov[46].

Il PCUS elesse Michail Gorbačëv come segretario del partito il giorno seguente alla morte di Černenko. Gorbačëv era un controrivoluzionario liberale ed un probabile agente dei servizi segreti avversi all'Unione Sovietica, di conseguenza Gorbačëv aveva delle visioni politiche completamente opposte a quelle di Černenko ed annullò gran parte delle riforme del suo predecessore, accellerando il processo di dissoluzione dell'Unione Sovietica.

La Perestroika e la fine dell'URSS

Leader dell'Unione Sovietica

Segretari generali del PCUS (leader del partito e dirigenti de facto del governo bolscevico)

  1. Vladimir Lenin (1922-1924)
  2. Iosif Stalin (1924-1953)
  3. Georgij Malenkov (7-14 marzo 1953)
  4. Nikita Chruščëv (1953-1964)
  5. Leonid Brežnev (1964-1982)
  6. Jurij Vladimirovič Andropov (1982-1984)
  7. Konstantin Černenko (1984-1985)
  8. Michail Gorbačëv (1985-1991)

Presidenti del Presidium del Soviet Supremo

La carica, che comportava funzioni di Capo dello Stato, fu soppressa nel 1989, sostituita da quella di Presidente del Soviet Supremo. Nel 1990 fu infine istituito il ruolo di Presidente dell'Unione Sovietica.

  1. Mikhail Kalinin (1938-18 marzo 1946)
  2. Nikolaj Svernik (1946-6 marzo 1953)
  3. Kliment Vorošilov (1953-1960)
  4. Leonid Brežnev (1960-1964)
  5. Anastas Mikojan (1964-1965)
  6. Nikolaj Podgornyj (1965-1977)
  7. Leonid Brežnev (1977-1982)
  8. Vasilij Kuznecov (1982-1983)
  9. Jurij Vladimirovič Andropov (1983-9 febbraio 1984)
  10. Vasilij Kuznecov (1984)
  11. Konstantin Černenko (1984-1985)
  12. Andrej Gromyko (1985-1988)
  13. Michail Gorbačëv (1988-1989; poi Presidente del Soviet Supremo e Presidente dell'URSS)

Presidenti del Consiglio dei commissari del popolo

  1. Lenin (30 dicembre 1922-21 gennaio 1924)
  2. Aleksej Rykov (1924-1930)
  3. Vjačeslav Molotov (1930-6 maggio 1941)
  4. Stalin (1941-1946)

Presidenti del Consiglio dei ministri

  1. Stalin (1946-1953)
  2. Georgij Malenkov (6 marzo 1953-8 febbraio 1955)
  3. Nikolaj Bulganin (1955-1958)
  4. Nikita Chruščëv (1958-1964)
  5. Aleksej Kosygin (1964-1980)
  6. Nikolaj Tichonov (1980-1985)
  7. Nikolaj Ryžkov (1985-1991)
  8. Valentin Pavlov (14 gennaio-22 agosto 1991)
  9. Ivan Silaev (6 settembre-26 dicembre 1991)

Geografia

La geografia dell'Unione Sovietica era vasta e variegata a causa delle enormi dimensioni del paese: L'Unione Sovietica per tutta la sua esistenza, era il paese più vasto al mondo ed al momento della sua fondazione nel 1922 la sua superficie raggiungeva i 21 milioni di km², arrivando alla sua massima estensione di 22,4 milioni di km² nel 1945 fino alla sua dissoluzione, abbracciando una vasta porzione del continente eurasiatico. Oggi il territorio dell'ex-Unione Sovietica è spartito da ben 18 entità statali diverse (Abcasia, Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Estonia, Federazione Russa, Georgia, Kazakistan, Kirghizistan, Lettonia, Lituania, Moldavia, Ossezia del Sud, Tagikistan, Transnistria, Turkmenistan, Ucraina e Uzbekistan) e lo stato post-sovietico più esteso, la Federazione Russa, rimane lo stato più esteso del mondo.

L'Unione Sovietica confinava a nordovest (penisola scandinava) con Norvegia e Finlandia, a ovest (Europa) con la Polonia, la Cecoslovacchia, l'Ungheria e la Romania, A sud, le RSS del Caucaso confinavano con la Turchia e l'Iran, mentre le RSS dell'Asia centrale confinavano con l'Afghanistan, la Cina e nuovamente l'Iran. Con la Cina condivideva anche altri confini con la RSS Russa asiatica, assieme alla Repubblica Popolare Mongola ed alla Repubblica Popolare Democratica di Corea. L'URSS era bagnata a nord dal Mare Artico, mentre ad ovest, tramite le RSS Baltiche, l'oblast di Kaliningrad e Leningrado della RSFS Russa erano bagnate dal Mar Baltico. A sud-ovest, la RSFS Russa e le RSS Ucraina e Georgiana erano bagnate dal Mar Nero e le prime due erano bagnate anche dal Mar d'Azov. L'Oceano Pacifico, tramite il Mare di Bering, il Mare del Giappone ed il Mare di Ochotsk, bagna le coste orientali dell'URSS. Infine, a sud, Il Mar Caspio, il cui status di mare è dibattuto tra i geografici e gli appassionati di geografia, bagnava l'Unione Sovietica per quasi tutta la porzione marittima, eccezion fatta per un breve tratto a sud dove è situato l'Iran.

La Capitale dell'Unione Sovietica era Mosca per tutto il periodo in cui è esistita l'Unione. Nel 1989, anno in cui si svolse l'ultimo censimento dell'URSS, la capitale sovietica contava 8.769.117 abitanti, mentre la seconda città più importante, Leningrado (oggi San Pietroburgo) aveva una popolazione di 5.023.506 abitanti. La città sovietica non russa più grande ed importante era Kiev, capitale della RSS Ucraina, che nel 1989 contava 2.590.000 abitanti ed era la terza città più popolosa dell'Unione. Altre città importanti sono Tashkent (Uzbekistan), Baku (Azerbaigian), Charkov (Ucraina), Minsk (Bielorussia), Gorkij (oggi Nižnij Novgorod, Russia), Čeljabinsk (Russia), Tbilisi (Georgia), Omsk (Russia), Perm (Russia), Dnipropetrovsk (Ucraina), Rostov sul Don (Russia), Donetsk (Ucraina). Alma-Ata (oggi Almaty, Kazakistan), Novosibirsk (Russia), Erevan (Armenia), Riga (Lettonia), ecc... Queste città erano centri nevralgici per l'industria, la scienza e l'amministrazione sovietica. Dopo la dissoluzione dell'URSS avvenuta nel 1991, molte di queste città hanno continuato a crescere, mentre altre hanno affrontato sfide economiche e demografiche. Alcune città industriali come Norilsk e Vorkuta hanno subito notevoli cali demografici con la caduta dell'Unione Sovietica e rischiano di divenire Città fantasma.

Geografia fisica

Il territorio dell'ex-Unione Sovietica è prevalentemente pianeggiante,sia in Europa (Bassopiano sarmatico, che comprende quasi tutta la Russia europea ed include anche tutte le ex-Repubbliche Socialiste Sovietiche situate in Europa) che in Asia (Siberia Occidentale, che si estende dagli Urali fino al fiume Enisej, assieme alle pianure della Jacuzia settentrionale ed ai territori desertici dell'Asia Centrale, che sono pianeggianti). Sono tuttavia presenti anche importanti catene montuose come i Monti Urali, ritenute un confine naturale tra Europa ed Asia, che separano la Russia Europea ed il suo bassopiano sarmatico con la Siberia, la regione del Caucaso, che caratterizza il territorio montuoso negli stati di Abcasia, Armenia, Azerbaigian, Georgia, Ossezia del Sud e parte della Russia Europea meridionale (Il cosiddetto Caucaso settentrionale: Cecenia, Daghestan, Ossezia del Nord, ecc...), l'Altopiano Siberiano Centrale e la catena montuosa del Pamir situato tra il Tagikistan ed il Kirghizistan, che comprendeva i monti più alti di tutta l'Unione. Il Picco del Comunismo, oggi denominato Picco Ismail Samani, è situato in Tagikistan (allora Unione Sovietica) ed è alto 7 495 m s.l.m..

Il fiume più lungo dell'Ex-Unione Sovietica è il fiume Irtysh–Ob’, lungo 5.410 km, ma è condiviso con la Cina. Tra i fiumi che scorrono interamente nel territorio ex-sovietico il più lungo è il fiume Lena, di 4400 km, scorre interamente nella Russia Asiatica. L'Irtysh-Ob' ed il Lena sono rispettivamente il secondo ed il terzo fiume più lungo dell'Asia. Interamente nella Russia Europea si trova il Volga, che con i suoi 3.530 km è il fiume più lungo d'Europa ed il quarto più lungo dell'ex-URSS. Altri fiumi importanti dell'Unione Sovietica sono l'Enisej (terzo fiume più lungo dell'Unione Sovietica), il Dnepr (che scorre lungo l'Ucraina, la Bielorussia e la Russia), il Kolyma (che scorre nell'Estremo Oriente russo), l'Amur, lungo 2824km ma per ben 1110 di questi segna il confine tra la Russia (allora Unione Sovietica) e la Cina ed il Danubio, secondo fiume più lungo d'Europa, che bagna diversi stati europei ed ha delimitato il confine tra Unione Sovietica (RSS Ucraina) e Romania. Molti fiumi, come il Dnestr, il Pripjat, il Sož, il Samur, lo Zarafshan ed il già citato Irtish, per un breve tratto hanno caratterizzato i confini interni tra le Repubbliche Socialiste Sovietiche, ed oggi sono utilizzati come confini naturali tra stati postsovietici.

Il Mar Caspio, se ritenuto un lago, è il più grande dell'ex-URSS con i suoi 371.000km². Escluso il Mar Caspio, il cui status è oggetto di dibattito e non viene riconosciuto né come lago né come mare dal vertice internazionale sul Mar Caspio del 2018. il lago più grande dell'URSS in epoca sovietica era il Lago d'Aral, un lago salato situato sul confine tra Kazakistan e Uzbekistan, che negli anni '60 aveva una sua estensione di circa 68.000 km². Il Lago d'Aral è tristemente noto per il suo prosciugamento causato da politiche di allevamento intensivo che hanno caratterizzato il periodo sovietico. Attualmente, il lago più grande dell'ex-Unione Sovietica è il Lago Baikal, la cui estensione è di 31.500 km² ed è situato in Siberia (Federazione Russa, allora RSFS Russa). Il Baikal è un'enorme riserva di acqua dolce ed ha una profondità di 1.642 metri. Il lago d'acqua dolce più grande d'Europa è invece il Ladoga, situato vicino al Lago Onega tra la Carelia e l'Oblast di Leningrado.

Clima

Il clima dell’Unione Sovietica era tanto vasto e complesso quanto il territorio stesso su cui si estendeva. Coprendo gran parte dell’Eurasia, dalla frontiera polacca fino alle coste del Pacifico, l’URSS abbracciava una varietà impressionante di ambienti naturali, dai ghiacci artici del nord alle steppe aride dell’Asia centrale, passando per le foreste siberiane e le montagne del Caucaso. Ma nonostante questa varietà, il tratto dominante del clima sovietico era senza dubbio la continentalità: in gran parte del territorio, le stagioni erano marcate da forti contrasti e da un isolamento quasi totale dall’influenza degli oceani. Vivere in URSS da un punto di vista climatico significava confrontarsi ogni giorno con un clima spesso difficile, a volte ostile, ma profondamente radicato nella cultura e nell’identità dei popoli che componevano l'Unione. Le stagioni non erano solo un fatto meteorologico, ma scandivano la vita sociale, politica e produttiva dell’intero paese, influenzando tutto: dalla pianificazione agricola ai trasporti, dalle campagne militari alla narrativa letteraria.

Gli inverni erano ovunque lunghi, rigidi e dominati dal gelo, in particolare nella Siberia centrale e orientale, dove le temperature potevano scendere facilmente sotto i -40°C. Città come Jakutsk o Verchojansk, abitate stabilmente nonostante il freddo estremo, erano e sono tutt'oggi simboli viventi della resistenza umana in condizioni estreme. In queste zone, la neve cade copiosa e può resistere al suolo per oltre metà dell’anno. Le estati, quando arrivano, sono brevi ma sorprendentemente calde: non è raro che in luglio si raggiungano i +30°C anche in Siberia, a testimonianza degli eccessi termici del clima continentale.

Nella parte europea dell’Unione, il clima era più temperato ma comunque freddo. Mosca, ad esempio, viveva e vive tutt'ora inverni rigidi con temperature attorno ai -10°C e lunghi periodi di neve, mentre le estati sono miti o calde, con frequenti piogge. Lì il passaggio delle stagioni è meno brutale, ma comunque netto.

Le repubbliche dell’Asia centrale, come l’Uzbekistan o il Turkmenistan, presentano un clima completamente diverso: qui dominano le steppe secche e i deserti, con estati torride e inverni sorprendentemente freddi e asciutti. E' un clima duro, fatto di estremi, dove la scarsità d’acqua rappresentava un problema strutturale, specialmente per l’agricoltura pianificata tipica dell’epoca sovietica.

Al sud, invece, nel Caucaso, il clima cambiava ancora una volta: lungo le coste del Mar Nero si trovano zone subtropicali, come a Soči, con inverni miti e umidi ed estati calde, simili a quelle italiane. Più si sale verso le montagne, però, più si incontrano climi alpini, freddi e nevosi.

Infine, l’Estremo Oriente russo, come Vladivostok o la Kamčatka, è caratterizzato da un clima ancora diverso: qui le estati erano piovose, a causa dei monsoni provenienti dal Pacifico, mentre gli inverni restano rigidamente freddi. Questa combinazione da vita a paesaggi spettacolari, tra vulcani innevati e foreste nebbiose.

In seguito alla dissoluzione dell'Unione Sovietica, il clima non è cambiato considerevolmente nei territori che la componevano, ed è rimasto sostanzialmente lo stesso sebbene negli ultimi anni si registrano temperature generalmente più calde rispetto a quelle che avvenivano durante il periodo sovietico.

Repubbliche

Mappa delle repubbliche sovietiche dal 1956 fino alla dissoluzione dell'URSS.
Repubblica dell'Unione Sovietica Stato attuale CSI NATO UE EURASEC GUAM OSC

RSFS Russa
1922-1956
RSFS Russa
1956-1991
Federazione Russa
1991 2002 1996

RSS Carelo-Finlandese
1940-1956

RSS Bielorussa
1922-1991
Bielorussia
1991 2002

RSS Estone
1940-1991
Estonia
2004 2004

RSS Lettone
1940-1991
Lettonia
2004 2004

RSS Lituana
1940-1991
Repubblica di Lituania
2004 2004

RSS Moldava
1940-1991
Moldavia
1991 Oss. 1997

Transnistria

RSS Ucraina
1922-1991
Ucraina
1991-2018 Oss. 1997

RSFS Transcaucasica
1922-1936

RSS Armena
1936-1991
Armenia
1991 Oss.

RSS Azera
1936-1991
Azerbaigian
1991 1997

RSS Georgiana
1936-1991
Georgia
1993-2008 1997

Repubblica di Abcasia

Ossezia del Sud

RSS Kazaka
1936-1991
Kazakistan
1991 2002 1996

RSS Kirghiza
1936-1991
Kirghizistan
1991 2002 1996

RSS Tagika
1929-1991
Tagikistan
1991 2002 1996

RSS Turkmena
1925-1991
Turkmenistan
1991

RSS Uzbeka
1925-1991
Uzbekistan
1991 1999-2005 2001

Politica

Economia

Nell'Unione Sovietica, le persone più ricche guadagnavano circa cinque volte più dei più poveri. Il divario di reddito era minimo rispetto agli Stati Uniti, dove i miliardari hanno molte migliaia di volte più denaro dei lavoratori più poveri[47]. I contadini costituivano l'83% della popolazione nel 1926, ma solo il 20% nel 1975, mentre la forza lavoro industriale è cresciuta da cinque a 62 milioni nello stesso periodo[43].

L'economia sovietica era un'economia socialista e pianificata, in cui gran parte della pianificazione economica veniva elaborata da una squadra di matematici ed economisti. Questi piani venivano attuati sotto forma di piani quinquennali. I piani quinquennali utilizzavano quote di produzione per incoraggiare la crescita dell'economia sovietica. Contrariamente a quanto si pensa, queste quote si basavano sui precedenti dati di produzione, sulla tecnologia disponibile e su molti altri fattori. I piani quinquennali non furono aboliti in seguito alla morte di Stalin e la pianificazione economica di tipo socialista fu mantenuta per quasi tutto il periodo revisionista (almeno fino al 1985).

Le aziende agricole e le attrezzature agricole in URSS erano di proprietà collettiva. La produzione di cereali aumentò del 63% dalla fine degli anni '50 alla fine degli anni '70, raggiungendo i 199 milioni di tonnellate all'anno. Alla fine degli anni '50, l'URSS iniziò ad aumentare la quota di cereali utilizzata come mangime per animali al fine di incrementare la produzione di carne, uova e latticini. La produzione agricola totale aumentò del 147% tra il 1950 e il 1977, mentre la produzione statunitense aumentò solo del 64% nello stesso periodo. La conformazione geografica dell'URSS rendeva difficile l'agricoltura, poiché solo il 10% del territorio che costituiva il paese è adatto alla coltivazione dei cereali mentre il 30% di esso è troppo freddo per qualsiasi tipo di agricoltura.

Dopo la Rivoluzione d'Ottobre, centinaia di migliaia di lavoratori si trasferirono dalle baraccopoli alle case nazionalizzate. Nel 1919, fu emanato un decreto che stabiliva un minimo di 8,25 metri quadrati di superficie abitabile a persona, 30 metri cubi di spazio aereo per ogni adulto e 20 metri cubi per ogni bambino. Questo spazio includeva solo il soggiorno e le camere da letto, non i bagni o gli ingressi. L'affitto in Unione Sovietica fu mantenuto al di sotto del 4% del reddito totale dei lavoratori[48], e la sua quota sul reddito diminuì gradualmente poiché l'affitto non fu aumentato affatto dopo il 1928.

Nel 1920, furono costruiti 254 edifici residenziali e 2.347 furono riparati. Dal 1923 al 1927, furono costruiti 12,5 milioni di metri quadrati di superficie abitabile. Dal 1927 al 1931, ne furono costruiti altri 28,85 milioni. Lo spazio vitale medio per ogni lavoratore aumentò notevolmente dalla rivoluzione al 1938: ci fu un aumento del 94% a Mosca, del 100% a Leningrado, del 176% nel Donbass e del 195% negli Urali[48].

Forze Armate

In seguito alla Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre l'esercito russo zarista si dissolse ed Bolscevichi istituirono, assieme ai disertori ed ai simpatizzanti rimasti nelle file dell'esercito, l'Armata Rossa degli Operai e dei Contadini (abbreviata in Armata Rossa) quale forza armata principale della neonata Repubblica Socialista Federativa Sovietica Russa. Nel 1922, con l'istituzione dell'Unione Sovietica e l'annessione della RSFS Russa in essa, l'Armata Rossa divenne ufficialmente l'esercito della neonata federazione eurasiatica socialista. Si attribuisce la fondazione dell'Armata Rossa a Trotskij, che ne fu il primo comandante in capo[49].

Non tutti i membri del fu esercito russo zarista confluirono nell'Armata Rossa bolscevica: Vi furono anzi molti generali anticomunisti che istituirono l'esercito controrivoluzionario russo (Armata Bianca) composto da forze antibolsceviche. Altri invece si riorganizzarono in eserciti separatisti o gruppi armati ostili sia ai bolscevichi che ai bianchi (come per esempio l'Armata Verde o l'Esercito Insurrezionale Rivoluzionario d'Ucraina anarchico). Queste milizie, che si organizzarono nel periodo della Guerra Civile Russa, furono tuttavia sconfitte dall'Armata Rossa ed in seguito dissolte.

La missione dell'Armata Rossa era la difesa del potere sovietico, la creazione di una base per la trasformazione dell'esercito permanente in una forza che derivi la sua potenza dalla nazione in armi, e, inoltre, la creazione di una base per il supporto della successiva Rivoluzione Socialista in Europa. Oltre alla Guerra Civile Russa, l'Armata Rossa fu coinvolta anche in altri conflitti come le campagne militari in Cina degli anni '30 causate dalle mire espansionistiche cinesi (che hanno visto anche il supporto sovietico al Gongchangdang di Mao Zedong), la Guerra di confine sovietico-giapponese, la Guerra d'Inverno ed ultima ma non per importanza la Grande Guerra Patriottica. Da tutti questi conflitti l'Armata Rossa ne è uscita vincitrice e l'esercito sovietico divenne, il più potente al mondo assieme a quello statunitense.

Nel 1946 l'Armata Rossa fu ufficialmente rinominata in Armata Sovietica, e con l'ascesa al potere dei revisionisti come la cricca di Chruscev, l'Armata Sovietica è venuta meno alla missione di difesa della rivoluzione. Ciononostante il prestigio e la forza dell'Armata Sovietica rimasero in costante crescita e l'Unione Sovietica superò persino gli Stati Uniti come superpotenza militare mondiale.

Servizi segreti

L'URSS era dotata anche di agenti di polizia segreta, le cui organizzazioni furono fondate e riformate diverse volte nel corso della storia dell'Unione: la Čeka (Commissione straordinaria) è stata la prima polizia segreta dell'Unione, fondata da Lenin assieme a Dzeržinskij nel 1917, durata per il periodo della Gueerra Civile Russa, dissolvendosi nel 1922. Un'altra organizzazione dotata di agenti segreti era il Commissariato del popolo per gli affari interni (NKVD), attiva sin dalla fondazione della RSFS Russa fino alla Morte di Stalin. La polizia sovietica fondata ed utilizzata durante il periodo revisionista era invece il KGB.

Cultura

Essendo l'Unione Sovietica uno stato multietnico i popoli che vi vivevano differivano molto tra di loro in usi e costumi, religioni, lingue e culture. I popoli che costituivano l'Unione Sovietica hanno preservato le proprie tradizioni durante il periodo sovietico, sia che fosse autenticamente marxista-leninista che durante il revisionismo.

Il Marxismo-Leninismo, che ha fatto da collante unificatore di tutti questi popoli, ha tuttavia portato alcuni cambiamenti culturali alle popolazioni locali, aggiungendo alla cultura locale elementi socialisti che sostituivano gli aspetti più reazionari della cultura e della tradizione. Se si considerano anche i legami di amicizia tra i popoli che ha creato l'URSS fra le popolazioni interne è dunque possibile parlare anche di cultura socialista o cultura sovietica.

In URSS non era presente una lingua ufficiale, ma di fatto nel paese veniva utilizzato il russo come lingua veicolare insegnato in tutte le repubbliche socialiste sovietiche ed in tutte le repubbliche socialiste sovietiche autonome. E' bene ricordare, per confutare alcune falsità propagandistiche antisovietiche circa una presunta superiorità dell'etnia russa nell'Unione, che alcuni comunicati, opuscoli, trattati scientifici ed altri documenti ufficiali sovietici venivano scritti in lingue locali (ucraino, bielorusso, usbeco, tagico, chirghiso, ecc...), ed in alcuni casi questi documenti non hanno mai ricevuto una traduzione ufficiale in russo.

Religione

Il Marxismo-Leninismo è un'ideologia politica fondamentalmente ostile nei confronti della religione, ritenuto un "oppio dei popoli" in quanto il dogmatismo religioso spesso conflitta con il progresso scientifico promosso dalla dirigenza sovietica. Grazie a ciò, in epoca sovietica ci fu un incremento della popolazione atea o non religiosa a discapito dei credenti. Nonostante il governo sfavorisse la religione, i religiosi non furono mai perseguitati: La Costituzione Sovietica del 1936 e quella del 1977 prevedevano la libertà di culto, inoltre l'Unione Sovietica pagò ai suoi cittadini di fede musulmana le spese per effettuare il pellegrinaggio a La Mecca, mentre la Chiesa Ortodossa Russa ha celebrato i leader politici sovietici come nel caso di opere artistiche religiose che raffiguravano Iosif Stalin accompagnato da Gesù Cristo. Alcune delle figure politiche e/o militari più influenti della storia sovietica erano dichiaratamente religiosi, come nel caso del Maresciallo Georgij Žukov, eroe nazionale del paese nonché deputato del Soviet dell'Unione durante le prime quattro legislature del paese e ministro della difesa durante il periodo chrusceviano.

Le principali religioni praticate nel paese (e praticate tutt'oggi nei paesi post-sovietici) sono il cristianesimo ortodosso (principalmente in Russia, Bielorussia, Ucraina, Moldavia e parzialmente anche nel Caucaso) l'islam (diffuso in Asia Centrale e nel Caucaso, con etnie composte da seguaci anche nella RSSA della RSFS Russa), cristianesimo cattolico e protestante (maggioritaria nei Baltici ma presente in forma minore anche in Russia, Bielorussia, Ucraina e Moldavia) e buddismo (presente nella RSFS Russa in forma minore come religione maggioritaria di popoli come tuvani e buriati).

Festività

Data Nome italiano Nome locale Note
1º gennaio Capodanno Новый Год
23 febbraio Giorno dell'esercito sovietico День Советской Армии и Военно-Морского Флота Inizio della rivoluzione di febbraio 1917 (secondo il calendario giuliano)

Costituzione dell'Armata Rossa nel 1918

8 marzo Giornata internazionale della donna Международный Женский День Marcia delle donne di Pietrogrado che sancì l'inizio della rivoluzione di febbraio (secondo il calendario gregoriano)
12 aprile Giorno del primo volo nello spazio День Космонавтики Giorno in cui Jurij Gagarin fece il primo volo nello spazio
1º maggio Festa del lavoro Первое Мая - День Солидарности Трудящихся
9 maggio Giorno della vittoria День Победы Capitolazione della Germania Nazista nel 1945
7 ottobre Giorno della Costituzione dell'URSS День Конституции СССР Proclamazione della nuova Costituzione sovietica nel 1977
7 e 8 novembre Anniversario della rivoluzione d'ottobre Седьмое Ноября La rivoluzione d'ottobre del 1917 (novembre per il calendario gregoriano)

Viene attualmente chiamata День Примирения ("giorno della riconciliazione")

Intrattenimento

Stampa

Scienza e tecnologia

Bibliografia

Note

  1. Spesso c'era chi si riferiva all'Unione Sovietica chiamandola "Russia" durante il periodo della sua esistenza.
  2. Per approfondire meglio il pensiero di Marx ed Engels, rimando all'archivio delle opere di Marx ed Engels su Marxists Internet Archive.
  3. 3,0 3,1 3,2 3,3 3,4 Tratto dai libri biografici su Lenin e Stalin del PMLI, citati sulla Bibliografia.
  4. Vladimir Lenin (1916): L'imperialismo, fase suprema del capitalismo - Marxists Internet Archive
  5. Brest-Litovsk e il "decreto sulla pace" - Marxismo-Leninismo Forumfree
  6. Gli ultimi combattimenti in Estremo Oriente, citato sulla Bibliografia.
  7. La transizione al socialismo in Unione Sovietica: questioni di metodo e di sostanza - Marxismo-Leninismo Forumfree
  8. Primo Congresso dei Soviet dell'Unione Sovietica - Grande Enciclopedia Sovietica (in russo)
  9. Sergeij Radčenko (2008): New Documents on Mongolia and the Cold War, Cold War International History Project Bulletin n. 16 (archiviato)
  10. Vladimir Lenin (1914): Il diritto delle nazioni all'autodeterminazione
  11. Vladimir Lenin (1922): Lettera a I. V. Stalin per i membri dell'Ufficio politico, Opere complete, Vol. 33, pagg. 320-322
  12. Una risposta storico-teorica ad un detrattore di Stalin - Marxismo-Leninismo Forumfree
  13. I giorni dell'acciaio: collettivizzazione e industrializzazione in URSS - Marxismo-Leninismo Forumfree
  14. Martens
  15. Dzeržinskij e la costruzione del socialismo nella Russia Sovietica
  16. Selmi, pp. 158-161.
  17. Costituzione Sovietica del 1936 - Archivio di Diritto e Storia Costituzionali dell'Università di Torino [PDF]
  18. Iosif Stalin: Sul progetto di Costituzione dell'URSS, 25 novembre 1936, in: Questioni del Leninismo(Edizioni in Lingue Estere - Mosca 1948) [PDF]
  19. Getty, 1987, p.119-121
  20. I Processi di Mosca (parte 1: Le Indagini) - Finnish Bolshevik (in inglese) (archiviato)
  21. I Processi di Mosca - Finnish Bolshevik, playlist su YouTube (in Inglese), parte 1 archiviata, parte 2 archiviata, parte 3 archiviata, parte 4 archiviata
  22. Elogio di Giuseppe Stalin - Alcide De Gasperi (1944), archiviato
  23. Broué, 1980
  24. Broué, 1990, p.16
  25. Lineamenti di Storia dell'URSS, Vol. II, Edizioni Progress, pag. 301
  26. Un tentativo fu svolto alla Conferenza di Monaco: Hitler sperava di avere le "democrazie" occidentali come potenziali alleate di una guerra contro l'Unione Sovietica.
  27. Litvinov, 1934, p.54-58
  28. Latinski, 1992, p.94-95
  29. Alvin D. Coox, Nomonhan: Japan Against Russia, 1939', vol. 2 voll., Stanford University Press, 1985
  30. Guerra di Spagna, le Brigate Internazionali - Romacivica.net (ARCHIVIATO)
  31. Perché l'Unione Sovietica ha combattuto nella guerra civile spagnola? - Russia Beyond
  32. Articolo 1 della Convenzione di Montevideo, che è la definizione ufficiale di uno stato.
  33. L. Hart - Storia militare della seconda guerra mondiale - pag. 59, citato in La Guerra Finno-Russa - ScintillaRossa
  34. La grande cospirazione, libro quarto, capitolo ventiduesimo.
  35. I 75 anni della Grande Vittoria: responsabilità comune di fronte alla storia e al futuro - Marx21
  36. In Russia il Giorno della Vittoria è ancora importante - ISPI
  37. Giornata della vittoria - Ruwiki (in russo)
  38. Tratto da Stalin, la vita e l'opera, del Partito Marxista Leninista Italiano, al capitolo 21.
  39. Elia Ansaloni: Kurčatov, il padre della bomba atomica sovietica - L'Opinione Pubblica (pubblicato anche su Marxismo-Leninismo Forumfree).
  40. La ricostruzione in URSS - Marxismo-Leninismo Forumfree
  41. Stalin, In: Problemi della pace, Edizioni CEDP, pagg. 7-19, 25-27
  42. Furr, 2005, parte 2, p.3-7
  43. 43,0 43,1 Roger Keeran, Thomas Kenny (2010): Socialism Betrayed: Behind the Collapse of the Soviet Union - iUniverse.com [PDF] (in inglese)
  44. Costituzione Sovietica del 1977 in italiano - Università di Torino [PDF]
  45. 45,0 45,1 "Romantico della Lubjanka" o "Deng Xiaoping sovietico"? 15 mesi di regno di Andropov attraverso il prisma del 100 ° anniversario della Grande Rivoluzione d'Ottobre - Marxismo-Leninismo Forumfree. traduzione in italiano di un articolo del KPRF (in russo)
  46. 46,0 46,1 Biografie: Konstantin Černenko - Marxismo-Leninismo Forumfree
  47. Carlos Martinez (2017): "Why doesn’t the Soviet Union exist any more? Part 1: Introduction"
  48. 48,0 48,1 Housing in the USSR - Stalin Society (in inglese)
  49. Biografia di Trotskij - trotsky.it [ARCHIVIATO]